Commemorazione Almerighi Senato 280317/3

dal resoconto stenografico Senato della Repubblica. Seduta pomeridiana del 28 marzo 2017

LUMIA (PD). Signora Presidente, anche il nostro Gruppo vuole rendere omaggio alla storia, all’impegno e alle qualità umane e professionali di Mario Almerighi. Giudice rigoroso, appassionato, colto e impegnato, Almerighi ha iniziato la sua attività a Genova, dove, insieme ai suoi colleghi Carlo Brusco e Adriano Sansa, si misurò con il famoso scandalo dei petroli: un lavoro intenso, rigoroso, impegnativo e rischiosissimo. Almerighi stesso lo descriveva così: «Ci occupammo delle multinazionali del petrolio italiane e straniere e della subordinazione della politica e del loro potere». Sandro Pertini lo comprese bene e lo accolse proprio qui al Senato; parlò con Almerighi e i suoi colleghi, tra l’altro in circostanze singolari, e li incitò ad andare avanti. Anche a Roma la sua attività non fu facile: basti pensare al suo lavoro sul banchiere Roberto Calvi, ma vorrei ricordare anche la sua attività sulla morte dell’agente del reparto speciale dei NOCS, Samuele Donatoni, rimasto ucciso durante lo scontro a fuoco tra le Forze dell’ordine e i sequestratori di Giuseppe Soffiantini, ucciso proprio dai rapitori. Famoso anche il suo scontro con Andreotti: furono in tribunale ed ebbe il giusto riconoscimento. Fu anche membro del Consiglio superiore della magistratura, eletto infatti nel 1976, ed è stato fondatore con Giovanni Falcone del Movimento per la giustizia. Tra i suoi tanti colleghi che caddero durante la sua attività, anche lui impegnato nella lotta alle mafie e al terrorismo, volle ricordare in modo particolare, con un testo teatrale, Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso il 25 ottobre 1983 a Valderice, in Provincia di Trapani. Un uomo colto e brillante, tanto da dedicarsi alla scrittura di libri, romanzi e, appunto, testi teatrali di successo. Alla fine della sua carriera non arrivò il giusto riconoscimento dello Stato. Da parte del tribunale di Civitavecchia, dove fu presidente, e da parte proprio del Consiglio superiore della magistratura ricevette solo amarezze. Succede spesso a quelli che possiamo definire «servitori dello Stato». Lungo il suo cammino professionale non sono mancati successi e riconoscimenti, ma anche problemi e difficoltà. Dobbiamo sempre ricordare che i servitori dello Stato non si arrendono. Non è facile servire lo Stato italiano; spesso gli ostacoli sono alti e i rischi elevati. Mario Almerighi non si è mai fermato di fronte agli ostacoli e non si è fatto mai intimidire dai rischi a cui, con le sue attività giudiziarie, è andato incontro. Lo Stato va servito, costi quel che costi, anche quando non conviene: così ha fatto Almerighi e così noi gli rendiamo omaggio. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa al ricordo e al cordoglio per la scomparsa di un magistrato che ha speso la sua vita al servizio dello Stato e della legalità e chiede all’Assemblea di condividere, con un minuto di silenzio, questo cordoglio. (La Presidente si leva in piedi e con lei tutta l’Assemblea, che osserva un minuto di silenzio).

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