C’era una nave…

di Adriano Sansa

1939-2017

Navi cariche di petrolio ferme in rada, scuole e istituti di ricovero al lumicino. Mario aveva capito presto la gravità della situazione. La tolleranza verso chi speculava aspettando l’ aumento dei prezzi era sospetta. La prima perquisizione eseguita a Genova aveva confermato gli indizi di una vasta rete di abusi e di corruzione: favori dei governi ai petrolieri- con leggi e decreti, soprattutto in ambito fiscale- in cambio di finanziamenti ai partiti di maggioranza. Un quadro sconvolgente, un mercimonio della legge. Bisognava procedere rapidamente, completare l’acquisizione delle prove, anche per anticipare le iniziative di insabbiamento che sarebbero probabilmente arrivate, come in effetti arrivarono inesorabilmente nei mesi successivi. Ad Almerighi eravamo stati assegnati a supporto Carlo Brusco ed io. Occorreva scendere a Roma, perquisire e occorrendo sequestrare documenti nella sede dell’Unione petrolifera. Benché ci sembrasse inverosimile, tenemmo conto della possibilità d’essere controllati: anche questo si rivelò in seguito vero e ci venne confermato da Sandro Pertini, allora Presidente della Camera. ” Quei cornuti che ci ascoltano..”, ci avrebbe detto quando gli portammo gli atti, accompagnandoci nella più sicura stireria dell’alloggio di Montecitorio. Ma questo sarebbe accaduto dopo. Quella sera, vigilia della spedizione a Roma che Mario aveva organizzato con rapidità e risolutezza, ci trovammo in una piazzetta del quartiere di Albaro. Il riparo a nostra disposizione fu la Giulietta di Mario. Là raccontò quel che aveva fatto e predisposto, perché ne fossimo al corrente, collaboratori e custodi del segreto di una vicenda che avrebbe suscitato scandalo, ma non abbastanza da indurre un cambiamento del costume corrotto. Il giorno seguente andò con un gruppo di fidati finanzieri nella Capitale, ottenendo prove schiaccianti.
Mi resta così il ricordo di quel giovane collega, pacato eppure teso, indignato e profondamente determinato a procedere contro poteri torbidi e soverchianti: molto più grandi di lui, verrebbe da dire, se non fosse invece che il tempo ha saputo configurare le giuste proporzioni e stabilire dove stava la sola possibile grandezza.

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