Due sguardi sul Colle

Un momento dell'incontro alla Mansarda Pertini-Voltolina: Valdo Spini e Stefano Folli
  • Valdo Spini e Stefano Folli

2029 l’anno della scadenza del secondo Settennato di Sergio Mattarella è lontano quattro anni. E a quattro anni dalla prima chiama per l’elezione alla prima carica istituzionale della Repubblica, il tema della presidenza è già sulle prime pagine dei giornali ed alimenta i dibattiti sul ruolo del prossimo Capo dello Stato. Un paio in particolare meritano la nostra attenzione. Il primo è quello che si è svolto nella residenza di Sandro Pertini, nella mansarda di Piazza Fontana di Trevi dove il presidente Pertini ha deciso di continuare a risiedere durante i sette anni passati al Quirinale. Si è trattato della presentazione del libro di Valdo Spini “Sul Colle più alto” (Solferino, 2022 pp. 256). A parlarne lo stesso Valdo Spini e Stefano Folli. Insieme hanno passato in rassegna la storia dell’istituzione e delle figure che hanno ricoperto la prima carica dello Stato, passando anche, tra aneddoti e pezzi di storie, alle dinamiche di un dialogo non sempre facile con l’esecutivo e le altre cariche. Napolitano, Saragat, ovviamente Pertini sono stati i ritratti del cosiddetto “potere a fisarmonica” che contraddistingue il ruolo della Presidenza della Repubblica. Nel corso dell’incontro alla mansarda Pertini si è parlato anche della figura di Gronchi e la sua figura è stata al centro di un convegno organizzato dal’Associazione Vittorio Bachelet a 70 anni dalla sua elezione. Alla presenza di Sergio Mattarella, le relazioni di Fabio Pinelli, Margherita Cassano, Renato Balduzzi, Agostino Giovagnoli, Daniela Piana, Sandro De Nardi, Giorgio Grassi, Giovanni Tarli Barbieri, Antonmichele De Tura, Giulio Santini e Pasquale D’Ascola hanno permesso di gettare uno sguardo nuovo e più comprensivo sulla presidenza Gronchi soprattutto se proiettata al giorno d’oggi. Oggi non si possono avere istituzioni efficienti senza un dialogo tra poteri e classe politica e soprattutto senza una adeguata qualità culturale degli attori istituzionali. In secondo luogo va sottolineato il significato attribuito da Gronchi ai due principali organi di garanzia: Corte Costituzionale e Csm. Il terzo profilo riguarda invece il rapporto tra il giudice e la legge. Gronchi affermava che il giudice deve non soltanto interpretare la legge ma adattarla alle cangianti situazioni sociali. Balduzzi parla al riguardo di interpretazione costituzionalmente orientata, quanto basta per ragionare oggi sul disegno del domani.

La voce della Costituzione dalla “Mansarda Pertini”

[…] c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. Piero Calamandrei

Partendo da questo frase, riteniamo sia giusto ripercorrere articolo per articolo la lunga storia della nostra Costituzione. Siamo andati a Casa Pertini-Voltolina grazie all’insostituibile Ivan Drogo-Inglese che ha fatto diventare realtà il sogno di Mario Almerighi, quello di riportare a nuova vita un simbolo per la nostra associazione, la casa con vista sul Quirinale dove il Presidente degli Italiani ha vissuto il suo settenato. Abbiamo letto lì gli articoli dei principi fondamentali e qualche altro del corpo della legge fondamentale dello Stato per sottolinearne l’attualità. Lo abbiamo fatto grazie agli attori della compagnia Estella con Valeria Almerighi, Federico Brugnone e Desy Gialuz. Per ricordare a tutti i valori della nostra Repubblica democratica.

I video sono stati registrati a Roma a Casa Pertini-Voltolina da Valeria Almerighi, Federico Brugnone e Desy Gialuz della Associazione ESTELLA. Grazie a Ivan Drogo Inglese per aver messo a disposizione quella che è stata la casa del “Presidente più amato dagli italiani” per questa iniziativa.

Articolo 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 5: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Articolo 10: L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici

Articolo 11: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Articolo 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Articolo 48: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Articolo 87: Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.

Può inviare messaggi alle Camere.

Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.

Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.

Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.

Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.

Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Presiede il Consiglio superiore della magistratura.

Può concedere grazia e commutare le pene.

Conferisce le onorificenze della Repubblica.

Articolo 102: Il Consiglio di Stato e gli altri organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi.

La Corte dei conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge.

I tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate.

CASA PERTINI-VOLTOLINA: Per le visite https://www.casapertinivoltolina.it/

Per la nostra Gaza

Vogliamo far sentire la nostra voce in adesione e sostegno dello sciopero indetto per la data di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, come tanti altri hanno fatto e faranno, per prendere posizione sulla spaventosa situazione della Striscia di Gaza.
Non lo Stato di Israele ma lo spietato governo Netanyahu sta compiendo ogni giorno stragi deliberate contro persone inermi tra le quali un numero insopportabile di bambini – innocenti per definizione – ben oltre le necessità di risposta armata ai terroristi di Hamas e alla orrenda strage del 7 ottobre 2023. Vengono uccise persone in attesa di ricevere aiuti alimentari, vengono mitragliati senza alcuna giustificazione anziani, donne e bambini indifesi. La dottoressa australiana Nada Abu Alrud dall’ospedale di Gaza City, solo l’ultima di un’infinita lista di testimonianze oculari da parte di operatori sanitari e umanitari pervenute in questi mesi, ha riportato che il 70/80 per cento di chi arriva in ospedale (dove manca tutto quello che sarebbe necessario) è costituito da bambini. 
Un rapporto della Commissione Internazionale Indipendente d’inchiesta dell’ONU sui territori palestinesi occupati ha stabilito che nella Striscia di Gaza è in corso un genocidio. 
L’accusa si fonda sulla “Convenzione sul Genocidio” adottata dall’ONU nel 1948, dopo la Shoa, che definisce il genocidio come “crimini commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale”. 
E’ incredibile che proprio lo stato che è espressione della cultura ebraica e che ha accolto dopo la guerra chi era scampato al genocidio da parte del nazisti, oggi per mano dei suoi governanti attui una politica criminale, con metodi inumani, contro chi avrebbe pieno diritto di vivere nella terra che gli è stata assegnata.
Ma è ancora più incredibile, e assolutamente inaccettabile, l’inerzia della cosiddetta comunità internazionale che, salvo eccezioni, assiste passivamente a tutto questo, non intervenendo su Israele per ottenere che le stragi cessino e non pronunciando nessuna chiara parola di condanna. In questo modo sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea finiscono per rendersi complici del genocidio. Per quelli che, come noi, si riconoscono nella cultura politica dell’occidente e nei suoi diritti fondamentali questo tradimento dei valori stabiliti nelle costituzioni europee, soprattutto del secondo dopoguerra, è doloroso e spiazzante oltre che inspiegabile. Tanto più che Israele è sempre stato considerato parte dell’occidente, anzi dell’Europa.
Le manifestazioni di piazza del 22 settembre, senza etichette politiche e con l’adesione spontanea di tanti cittadini, possono forse segnare un risveglio della coscienza civile nel nostro paese e possono finalmente far capire al governo e alla sua presidente che sta montando il disgusto per il silenzio complice sul genocidio, per l’opportunistico appiattimento sulla posizione di Trump, per il disinteresse per il destino dei cittadini di Gaza. 
La nostra associazione si unisce ai tanti che chiedono che tornino a farsi valere la solidarietà umana, la pietà per i morti, per gli affamati, per i bambini di Gaza, e che il governo israeliano sia messo di fronte alle sue responsabilità. 
Sappiamo bene che la nostra voce è poca cosa, ma sappiamo anche che ogni giorno cresce il numero di coloro che manifestano la loro indignazione per le quotidiane stragi, e che così mettono in mora la passività e la mancanza di iniziativa dei nostri governanti.
Vogliamo inoltre esprimere la nostra enorme riconoscenza e solidarietà verso la Global Sumud Flotilla, che in queste settimane ha subito attacchi altrettanto vergognosi e insostenibili, da parte di un governo che si autodefinisce democratico e che al contempo uccide medici, giornalisti e operatori sanitari, destabilizzando agli occhi dell’umanità intera il concetto stesso della parola democrazia.
I nostri governi cosiddetti democratici non possono non ascoltare il grido dei popoli che dovrebbero rappresentare e che sono ormai esausti ed esasperati di fronte a questo orrore.

La casa del Presidente

A sinistra l’On.Valdo Spini e al centro il Prof.Ivan Drogo Inglese, vice presidente e presidente dell’Ente Stati Generali del Patrimonio italiano, a destra la Dott.ssa Valeria Almerighi presidente dell’associazione Sandro Pertini – Isonomia che oggi si sono incontrati nella mansarda di Piazza Trevi n.86, inaugurata il 3 luglio 2025 come casa museo Pertini Voltolina.

L’incontro si è svolto per prendere accordi in merito alle iniziative culturali future per la promozione della storia e della memoria del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e di sua moglie, la Dott.ssa Carla Voltolina. 

La riforma della giustizia vista da chi ha a che fare con la legge

“Qualsiasi riforma che parta dal soffocamento dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura renderà la Giustizia sempre più debole con i forti e impietosa con i deboli”.

Ispirata da questa frase del fondatore Mario Almerighi, l’Associazione “Sandro Pertini-Isonomia”, in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Quale Riforma per avere Giustizia?”. L’incontro si è svolto martedì 1° aprile, presso l’Aula 5 “Francesca Morvillo” del Dipartimento, in via Ostiense, 163.

L’incontro è stato dedicato al tema delle riforme della giustizia e, in particolare, al progetto di riforma costituzionale presentato dal Governo e pendente in Parlamento, che propone la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore, Massimiliano Fiorucci, del prorettore Giorgio Resta e del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Antonio Carratta, e l’introduzione di Leonardo Agueci, hanno dato il loro contributo Gherardo Colombo, Vania Cirese, Luigi Ferrajoli, Giovanni Melillo, Liana Milella, Sergio Paparo, Giuseppe Santalucia, Armando Spataro. Conclusioni affidate a Vito D’Ambrosio. Qui sotto alcune immagini dell’evento.

Il Convegno del 1° aprile: Quale riforma per avere giustizia?

“Qualsiasi riforma che parta dal soffocamento dell’indipendenza e dell’autonomia della magistraturarenderà la Giustizia sempre più debole con i forti e impietosa con i deboli”. Ispirati da questa frase del fondatore Mario Almerighi, l’associazione Sandro Pertini – Isonomia organizza questo convegno presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre.

Caso Almasri: ricostruzione e lettura della “ragion di stato”

Giancarlo Casellidi Giancarlo Caselli

Il 19 gennaio la Digos di Torino ha fermato l’ufficiale libico Najeem Osema Habish detto Almasri, capo della polizia e della milizia Rada, colpito da mandato di arresto deciso il giorno prima dalla Corte penale internazionale (CPI). Le accuse sono crimini di guerra e contro l’umanità . Il 21 gennaio la Corte d’appello di Roma lo ha liberato. Subito dopo , il ministro Matteo Piantedosi lo ha espulso rimpatriandolo, in quanto pericoloso per la sicurezza nazionale. Il trasferimento è avvenuto con aereo di Stato. In patria Almasri è stato accolto come un eroe.

Il caso  ha scatenato furiose polemiche ed è tuttora aperto. La CPI ha intrapreso un’azione contro il nostro Stato, che a sua volta vorrebbe agire contro la Corte. L’avvocato Li Gotti ha presentato alla procura di Roma un esposto-denuncia per favoreggiamento e peculato (uso dell’areo di Stato). Nel registro degli indagati sono stati iscritti la Meloni, i ministri Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Mantovano. Il procuratore di Roma Lo Voi ne ha dato comunicazione agli interessati. La Meloni ha reagito sdegnata. A ruota sono seguite varie iniziative contro Lo Voi, in particolare: una denuncia contro di lui alla procura di Perugia, competente per i reati riguardanti i magistrati in servizio a Roma; una pratica per il suo trasferimento d’ufficio richiesta al CSM dai “laici” di destra; l’insinuazione francamente idiota di collegare la condotta di Lo Voi alla mancata concessione, da parte del sottosegretario Mantovano, dell’uso dell’aereo di Stato per gli spostamenti di servizio.

Non sappiamo come finirà la vicenda. Possiamo però osservare fin da subito che né negli interventi della Meloni in TV, né in quelli svolti dai ministri Piantedosi e Nordio in Parlamento, si fa cenno alla gravità dei delitti addebitati ad Almasri. Eppure si tratta di maltrattamenti, torture, stupri e uccisioni commessi in carcere contro poveri migranti. Delitti che sprofondano il genere umano negli abissi della crudeltà, che perciò andrebbero esplicitati, non omessi.

Inoltre nessuno – fin qui – ha spiegato all’opinione pubblica quali siano le ragioni per le quali si è presa per Almasry una decisione a lui così favorevole. Si intuisce che potrebbe essere la “ragion di Stato” ( evitare che la Libia scateni una migrazione incontenibile e perniciosa per l’Italia di decine di migliaia di persone, come “rappresaglia” per la mancata liberazione di un suo dirigente). Ma allora bisognerebbe che qualcuno si assumesse la responsibilità di esplicitarla e soprattutto di spiegare se e come si sia operato il necessario bilanciamento tra due valori: da un lato, appunto, la ragion di stato; dall’altro il valore etico-morale di non lasciare in libertà e di assicurare alla giustizia un delinquente perché possa essere punito.

Il nostro è uno Stato “costituzionale”. L’art. 1 della nostra Costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questo significa che la Costituzione è sovrana e che si impone anche sulla politica e sui “governanti” eletti dal popolo. E che cosa ci dice la Costituzione per i casi Almasri? L’art. 2 “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. L’art. 3 tutela come diritto fondamentale la “dignità” della persona (di ogni persona, anche straniera). Nella “dignità” è compreso – come ha già riconosciuto la Corte costituzionale proprio in un caso relativo a crimini di guerra e contro l’umanità – il diritto di potersi sempre rivolgere ad un giudice: di qui in particolare il diritto inviolabile delle vittime di gravi crimini di guerra di vedere perseguiti i responsabili delle atrocità che hanno subìto.
Il valore etico-morale di  consegnare alla giustizia il responsabile di crimini contro l’umanità è dunque, nel nostro ordinamento, un principio giuridico garantista di livello costituzionale.
Non si vuole – sia chiaro – svilire la “ragion di Stato”, che rappresenta anch’essa un valore di rilevanza costituzionale, intrinseco nel concetto stesso di Stato. Ma ogni qualvolta essa venga in gioco, non le si può attribuire automaticamente la forza di porre nel nulla ogni altro valore, persino quelli etici di assoluta rilevanza costituzionale. Occorre invece effettuare con la massima attenzione un bilanciamento fra i valori che si contrappongono, e solo dopo decidere quale debba prevalere. Nessuno – nel caso del criminale libico – lo ha ancora spiegato all’opinione pubblica!

Profondo dolore per la scomparsa di Furio Colombo.

di Valdo Spini

Scrittore, giornalista, profondo conoscitore della realtà Usa, era sceso in politica in Italia all’insegna della battaglia per i diritti propri della tradizione liberal più avanzata. A lui, quando era deputato, dobbiamo l’istituzione della giornata della memoria il 27 gennaio, il giorno della liberazione di Auschwitz. E’ stato senza dubbio una delle personalità più colte e più vivaci della cultura e della politica italiana”.
Mi è stato affettuosamente vicino in molte circostanze, per esempio quando mi candidai a Sindaco nel 2009 contro la candidatura “ufficiale” di Matteo Renzi venne a parlare alla chiusura della mia campagna elettorale. Volle scrivere anche l’introduzione al mio libro “La buona politica”, prefazione di C.A.Ciampi.
Gli ero profondamente legato

Memorie da un funerale – Marc Saudade e Mnemosine

di Valeria Almerighi

Il 15 gennaio alle ore 15:00 si sono celebrati i funerali di un altro pezzo di storia del nostro Paese, un pezzo bello, “un artista della parola e del pensiero”, come qualcuno lo ha definito nella cerimonia che si è svolta 12 giorni fa nella piccola chiesetta del cimitero acattolico di Roma. Furio Colombo, protagonista della vita culturale del nostro Paese, appassionato scrittore e giornalista, penna agile di fervido intellettuale, lingua a volte convintamente tagliente, Furio Colombo politico, Furio Colombo Marc Saudade.

Ci desta in questo inizio anno 2025 la sua scomparsa, accompagnata da un cielo grigio che ben rappresenta la mestizia dei molti. La pioggerellina romana aiuta anche a radunarsi nella chiesetta, dove tutti/e vorrebbero entrare ma dove è difficile non pestarsi i piedi. Poi sbuca il sole, salutare è sempre bello. 

Un uomo intona un canto che scalda l’atmosfera raccolta e fredda, in onore del “suo amico Furio dalla bella voce e dal bel canto”; si parla dell’uomo pubblico, combattivo e intraprendente, si parla del Colombo del dissenso, del Colombo che intervistò Pasolini il giorno della sua uccisione, del Colombo che prende posizione, del Furio “solare e rassicurante”, dicono i parenti, “spiritosissimo”, dicono gli amici, addirittura “un comico nato, capace di fare facce incredibile e voci e dilettarsi in imitazioni”, racconta chi vorrebbe forse un po’ sorprenderci (ma noi ce lo immaginiamo benissimo).

Un uomo che, andandosene a 94 anni, provoca quel tipo di stupore e quel dispiacere profondo che lasciano le persone che si pensava avessero sette vite, e solo il giorno del loro funerale ti accorgi che non è così.

A ognuno affiorano “ricordi” che custodiremo, condivisi in occasione di quel saluto che è sempre un grazie che si rivolge a chi se ne va; del resto ricordare significa “richiamare al cuore”. Ma la sua scomparsa risveglia una “memoria” collettiva, una memoria più importante, la memoria di Mnemosine

Ricordiamo, in questo 27 gennaio 2025, quello che fu lo spirito che animò la battaglia (perché battaglia fu, ci vollero più di 5 anni perché passasse la legge) che portò nell’anno 2000 a istituire il Giorno della memoria, di cui Furio Colombo fu primo firmatario. La legge n.211 recita così : “per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Una legge per preservare il paese dal rischio dell’oblio, della dimenticanza, dalla mancanza di responsabilità verso leggi razziali rigorosamente home’s made, per celebrare tutti/e coloro che contro queste leggi hanno lottato. Il giorno della memoria celebra chi ha detto No a una legge ingiusta e insensata. Il giorno della memoria è dedicato a chi ha preso posizione.

La parola Memoria appare sempre così urgente, abbiamo continuamente bisogno di ricordare – che la nostra memoria sia più breve di quella dei nostri cani!? – e il mito ci ricorda che l’uomo per aver accesso agli inferi deve compiere due azioni. La prima è di bere dalla fontana di Lete (dimenticanza) per dimenticare le cose passate, la seconda è di bere dalla fontana di Mnemosine, per poter ricordare ciò che vedrà nell’aldilà. L’analisi sembra chiara : avere memoria significa voler andar avanti. 

Senza memoria non vedremo niente nel futuro.

E mentre si strabuzzano gli occhi (chi ne ha la forza) e anche le orecchie di fronte notizie e immagini sempre più preoccupanti, mentre le destre si diffondono con sempre maggiore arroganza, a cominciare dalle politiche di quella Israele che Colombo amava e che avrebbe desiderato si tenesse ben lontana dalle politiche di destra che hanno tragicamente portato alla situazione attuale (vd. “la fine di Israele” 2024, Furio Colombo, citazione alla prima pagina di V. Dan Segre La sinistra a Israele : “Ad Auschwitz non è morto l’ebraismo. Ad Auschwitz è morta l’Europa assieme ai valori che hanno fatto la sua grandezza”), ti imbatti in otto sedicenni sotto casa che “per gioco” (o per cosa? Non so se riesca a darmi una risposta), alzano chiaramente il braccio teso verso una finestra dove è affacciato un compagno di classe. Vai al funerale di Furio Colombo, che se ne è andato così all’improvviso, e ti chiedi se saremo sempre in grado di salvaguardare il ricordo del passato, se saremo sempre capaci di custodire la memoria per dire No, nel futuro. Spero di sì. 

Quello che possiamo fare con fermezza e convinzione è rifiutarci di odiare, saper esprimere il nostro dissenso quando lo reputiamo giusto senza offendere, prendere posizione prima di posizionarci, lottare contro ogni forma di fascismo, anche quello verbale, quello di chi ci vuole estranei e nemici gli uni agli altri, come accaduto spudoratamente nella pandemia appena trascorsa, in questo grande ring che ci stiamo costruendo. Nella tradizione classica la Musa della Memoria chiamata Mnemosine era la madre delle nove muse, come a farci intendere che le arti abbiano il compito di perpetuare la bellezza nel tempo. 

Una bellissima prefazione che Furio Colombo fece al libro “Il Testimone” per la nave di Teseo, “memorie di un magistrato in prima linea”, recitava così : “ vincere “ non è sempre “prevalere”.  Vincere è esserci, resistere, e non lasciare nel buio del silenzio del non detto e del non saputo l’evento che ha cambiato gli altri eventi”.